La canapa potrebbe davvero sostituire i materiali sintetici nel settore di largo consumo della auto, grazie alle sue doti di resistenza e leggerezza che la rendono una candidata ideale per rimpiazzare materiali plastici e metallici, molto più difficili da ottenere e da smaltire.
Automotive e canapa: le aziende che hanno investito nelle fibre naturali
Automobili e canapa non sono un binomio nuovo, anzi. Il primo a comprendere le potenzialità della pianta all’interno del settore fu Henry Ford, che già nel 1941 presentò al pubblico un’auto con parti create utilizzando un materiale composito molto simile alla plastica e realizzato con fibre di canapa e altri vegetali. Per testarne la resistenza, l’imprenditore statunitense colpì il nuovo veicolo con un martello senza causare alcun danno (il video è ancora visibile qui), un risultato che ha portato all’utilizzo del materiale anche nel settore della sicurezza per realizzare giubbotti antiproiettile.
A seguire le sue orme ci ha pensato la BMW, tre le prime case automobilistiche a sperimentare un composito simile per la sua i3, la prima vettura elettrica del gruppo lanciata nel 2013 e realizzata con interni in parte in bioplastica di canapa che hanno portato a una riduzione del peso della vettura fino a 350 chilogrammi. Sulla stessa scia anche Audi, Mercedes, Chrysler e Volkswagen che l’hanno utilizzata a vario titolo per interni e carrozzeria. Poi c’è stat il tentativo della Canada Motive, che nello stesso anno ha presentato la Kestrel, l’auto con motore elettrico e struttura in resina polimerica in steli di canapa, rimasta soltanto un prototipo.
Un nuovo tentativo è stato fatto da Renew Sport Car, azienda con sede in Florida che ha creato un’automobile ecologica fatta in canapa al 100% e che sfreccia con 525 cavalli. Tra le ultime novità quella di Porsche, che ha dato vita alla prima macchina da corsa con una carrozzeria in fibre di lino e canapa e il debutto della canapa nel Pure ECTR, il campionato per le auto turismo elettriche più potenti.