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Biocompositi in canapa: dall’automotive ai beni di consumo, finanziati con 10 milioni di dollari

Un produttore canadese di biocompositi di canapa con sede a Kelowna, Alberta, ha ricevuto una sovvenzione di 10 milioni di dollari canadesi (circa 7 milioni di euro) messi a disposizione dal governo per creare una fabbrica che produrrà prodotti per l’industria automobilistica, nautica, eolica e beni di consumo.Parliamo di un pigmento prodotto dalla combustione incompleta di prodotti petroliferi pesanti come il catrame, che, oltre ad essere altamente inquinante in tutto il ciclo produttivo, se sospeso in atmosfera assorbe radiazioni solari e radiazioni infrarosse (emesse dalla superficie terrestre) e per questo motivo, ha un potenziale di riscaldamento globale (global warming potential, GWP) molto elevato.

Cosa sono i biocompositi?

I materiali biocompositi sono prodotti naturali, che in genere si ottengono dall’unione di materiali con proprietà differenti che in genere prevedono un materiale di base (matrice) e uno di rinforzo. In particolare nei materiali biocompositi i prodotti sintetici vengono sostituiti con prodotti naturali come il bambù, il lino e sempre più spesso – grazie alle sue caratteristiche – anche la canapa.

Il finanziamento per la fabbrica di biocompositi in canapa

INCA Renewtech, questo il nome del produttore canadese, è stato sovvenzionato da Emissions Reduction Alberta (ERA) nell’ambito della Circular Economy Challenge, per costruire un impianto all’avanguardia per la produzione e la lavorazione di compositi di canapa a Vegreville, Alberta.

La Circular Economy Challenge è un fondo da 58 milioni di dollari canadesi (circa 40 milioni di euro) istituito dal governo canadese, che si concentra sul promuovere innovazioni che ridurranno l’impatto della produzione, della lavorazione e dello smaltimento dei materiali, sostenendo allo stesso tempo lo sviluppo economico. I circa 30 progetti ad oggi finanziati vanno nella direzione della riduzione dei rifiuti, sostituzione di materiali e materie prime, riciclo di plastiche e recupero. Per farlo ERA investe i proventi delle tasse sul carbonio pagate dai grandi emettitori.

Il nuovo stabilimento coprirà quasi 18.580 metri quadrati e produrrà fibre corte e lunghe raffinate per sostituire il legno di balsa nelle barche, pale delle turbine eoliche, parti di automobili e componenti per l’industria ferroviaria.

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